Villa Romana Amici Miei

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GIAN LUCA
Mi raccomando Gian Luca, separato. Forse ti stavi preoccupando perchè non c'era nulla su di te, forse no. Tanto lo sai che sei sempre il solito. Tanto lo so che sei sempre il solito..... La solita tattica: non dire nulla non da peso al problema, qualunque problema viene meno, sia quello di una donna che quello di una normale questione: la gente si stanca prima se non si risponde, se non si polemizza. Sempre meglio non discutere e negare fino all'inverosimile. I frutti sono una meravigliosa vita tranquilla, dei nervi saldi, una calma olimpica e delle meravigliose risate. I giornalini in Piazza D'Azeglio sono un bluff inventato da chissà chi. Chissà, se allora ci fossero stati i cellulari con le fotocamere non avresti più potuto dire che non era vero! Ma almeno erano bone quelle topone? E anche ora, lo vedi? Tanto alla fine ha scritto lui, avrai pensato...Invece guarda un po' io lo davo per scontato che prima o poi mi sarei dovuto levare questo DENTE (ti piace questa...?)...Non potevi di certo mancare proprio tu....
Vediamo un po' cosa mi ricordo: mi ricordo il giro di Francia con la macchinetta e il volante, mi ricordo due fratelli quasi albini, qualche ragazza scambiata, e una marea di bimbe appresso a te, un Ciao arancione, la variante Aurelia in costruzione, una Ford che passa per Monteggiori inseguita dalla gente imbufalita, la cabina numero 144 in alto a sinistra, l'ombrellone sempre in prima fila dentro l'acqua, la casetta oltre l'albero della viareggina in via XX Settembre, che non ti ho mai sentito dire un moccolo o una parolaccia, una mini un pò truccata col contachilometri che un giorno stranamente segnò 225 kmh, la casa piena di manifesti del GP di Montecarlo (che strana la vita eh? Chi lo avrebbe mai detto che questo posto poi sarebbe stato così importante per te....), una 126 verde che crea apposta il traffico al Forte, la Divina Commedia che ti ho aiutato ad amare (credo), il vecchio viale a mare a Marina di Pietrasanta tutto pieno di fanali, l'Aranciata Fanta, la Gazzetta dello Sport, i libri che servono solo a stabilizzare i tavolini e a bloccare le finestre che sbattono, e tante altre cose che non si possono dire qua e che sappiamo io e te. Una sola volta stavamo per litigare, ma ti ricordi perchè, vero? No, l'Inter non c'entra, il problema era un altro, dai. L'ho fatto per te. E hai capito, anche se come al solito, neanche una parola.
Credo che nonostante le apparenze scanzonate a te importi molto di Villa Romana. Non l'hai mai abbandonata e ci vieni sempre volentieri. Anche ora che hai un po' preso il volo, anche ora che sei diventato un "barbiere" importante. A proposito: non pensare che quella collezione di gettoni colorati giungerà tanto presto e tanto facilmente nelle tue mani, vorrei stare ancora a lungo qua con te a cazzeggiare come abbiamo sempre fatto "Dal vinaio di Cemma". Una sola confidenza altrimenti te ne approfitti: una delle cose più belle è la sera della partita del cuore quando io so che tu sai che io so che tu sai.
A Viareggio c'era il Galeone Santa Monica e noi lo frequentavamo tutti i santi  giorni a causa della sede del Libeccio Club: come potevamo non diventare una manica di Peter Pan alla perenne caccia del Capitano Uncino che non vogliono mai crescere? Dammi retta, rimaniamo stretti stretti nel nostro mondo rosa a giocare, cerchiamo di non diventare mai grandi e di prendere una grande TRIS un giorno o l'altro, una di quelle che contano. Ma che c'entrano i barbieri?
Gian trattino Luca, separato. Mai Gianluca. Mai. Contro ogni logica e ragione, come facciamo noi da 50 anni.

MAURIZIO


Amico mio. Quante avventure, quante zingarate, quante "cattiverie", quanti bei ricordi. Il Purgatorio, i motorini, la sala giochi, la sala hobby sulla strada di casa tua, il Principe. Arrivavi ogni mattina con un gioco diverso. Coi missili Thor sfondavamo gli ombrelloni, e con le capsule lunari che non si aprivano mai rischiavamo di fare un buco in testa alla gente. E tuo nonno che mi regalò il libro di analisi matematica scritto a mano che ancora conservo gelosamente...... Le cacce al tesoro rubate, i caschi neri, le jeep che saltavano i guard rail come per magia, le gomme sulla Sorellina, la benzina di notte all'Agip sull'autostrada, unico benzinaio aperto per poi partire per qualche "missione". Le urla sotto casa di Gian Luca, il prato Savasta, lo scherzo dei carabinieri a Gianfranco e la latta di benzina quando spensero l'incendio. Eri un vulcano in perenne ebollizione, soprattutto durante le nostre partite di Risiko. Te le ricordi, Maurizio? Ti ricordi le scritte sui muri delle case in demolizione davanti a casa mia? Che mandarono in bestia Cristina? Io mi ricordo ogni attimo passato con te. Sono stato troppi chilometri lontano per poter accorgermi che la strada giusta non era quella che stavi prendendo. Porca miseria quanto tempo è passato dagli autogrill, dalla Zoria, dalle gite in macchina sui monti, dai bagni in piscina con la perenne incazzatura di Raffaello. Io ti voglio vedere. Io ti voglio rivedere. La vita è crudele. Non ci vedevamo perchè c'erano una marea di chilometri fra noi e perchè le nostre vite erano altre. Ma io ti pensavo, chiedevo, soffrivo. In un vento caldo d'estate, in una fredda giornata di tramontana, nella stessa acqua di mare che ci ha visto insieme nei migliori giorni della nostra vita, tra qualche nuvola, su qualche collina in fiore, in un falo' di ragazzi che ridono in spiaggia e si tengono abbracciati, con la forza, la sicurezza e la spavalderia che ci davi quando eri con noi. No. No. No. Per me non sei mai stato male, per me sei ancora là, nella città della mia gioia. Tu non te ne sei andato, uno come te non se ne va. E' uno dei tuoi scherzi, è una delle tue trovate, il terrore del Ciofi e di Renzino, non ci può lasciare così. Ogni volta che chiedevo a Gian Luca, speravo in qualche buona notizia. Ma non arrivavano mai, Maurizio. In quella via vicino alla pineta, un giorno vengo, suono il campanello e mi apri tu, è vero? Stanotte sarà una brutta notte. Lasci un vuoto incredibile. Non riesco a trovare una cabina SIP funzionante, sono tutte rotte, non ti posso chiamare, mi perdoni? Ciao Maurizio, Coniglio mio, ti voglio bene.

MARIO D.
Con Mario c'eravamo persi. Lui abitava accanto a me. Ora quella casa l'abbiamo venduta. Tanto ci volemmo bene che venne a Roma spesso a trovarmi. Io ero ragazzino e fu lui che mi fece scoprire il concetto di amicizia vera. Vedevo questa figura più grande, piena di idee, col carisma dell'artista. Sono bastate due palline di plastica, una pista di terra, quattro copertine di dischi e una partita a scacchi per unirci. Lettere interminabili per anni. Vicissitudini della vita. Storie tristi, case che se ne vanno. Famiglie che si formano e strade che si dividono. Persone che se ne vanno. Alcune per sempre purtroppo. E tanti chilometri di strada a separare un'amicizia. Come se non fosse bastato, ci divise anche l'impegno politico e l'utopia. Poi, nell'imbuto della vita si scopre che andando avanti si sta tutti dalla stessa parte che è diversa dai furori giovanili. Caro LICHIARODE IMORA con licenza enigmistica di una I, quanto tempo è passato! Quanti anagrammi ci ha obbligato a risolvere la vita, ben diversi da quelli innocenti di allora. Ma il tempo non è passato invano. Tu sei tornato al laboratorio. Non sarà chimico, è artistico, e io sono tornato dove ero partito. Al chilometro 356 dell'Aurelia immaginaria. Quella da cui non mi allontano mai. Percorsa dalla mia fantasia al galoppo al suono della tua amata musica classica. Tutto questo è anche molto "donizetto" oltre che "bellino"! Quanta gente hai fatto ammattire! Ma come vedi. è bastato poco per riallacciare. Perchè avevamo seminato e pescato bene nel mare della vita. E non erano "saraghi giuseppi". Ma qualcosa di più serio che ci riguarda e che con un semplice ciao ha fatto capire ad entrambi che è ora di riincontrarci. Stavolta per sempre.

SANDRO P.
Beh, non eravamo proprio dei bambini nel 74 vero? Dicono che le amicizie più vere sono quelle fatte sui banchi di scuola....beh, vero! Dicono che le amicizie più durature sono quelle fatte nella propria città e che si alimentano con la frequentazione.....beh, vero! Dicono che le amicizie più spontanee sono quelle fatte all'improvviso...beh, vero!
E allora?
E allora...spiegatemela voi questa. Io ho da fare. Quando vi viene in mente mi mandate una e-mail! Io chiudo questo profilo qui.
...............
Ve lo credevate, eh?
Ebbene, sì ho calato un asso di briscola con questo profilo. Mai una discussione, mai uno screzio, mai un malinteso. Tutto chiaro. Da sempre e per sempre. Chiaro come il colore di una 127 sport orribile! Che correva per le strade del Pitoro. Non so, pensare a lui mi fa venire in mente la parola "rispetto", e anche quella lettera maiuscola che di solito si mette davanti alle cose che contano: un'amicizia per esempio! Sì, un'Amicizia. Ha conosciuto anche diverse mie ragazze e le ha giudicate. Voi pensate che mi sia arrivata anche una sola volta all'orecchio una chiacchiera fatta da lui sulle mie storie? E lui sì che lo hanno massacrato le chiacchiere....ma poi gli autori delle stesse sono dovuti andare...in carrozzeria...assieme a una delle tante auto che ha sfondato per lavoro.
Sandro è un'IVA, un valore aggiunto alla parola amicizia, un qualcosa che dà sicurezza, con cui fare tutta la strada assieme.
Chiambretti c'è? Sandro pure. Non sono sicuro se via Puccini stia a Viareggio; forse è a Roma e quel tramonto al Nettuno decisamente viola ha delle meravigliose sfumatore giallorosse, se lo neghi mi incazzo. Beh, se te ne vai sei un tegame. Il tuo posto è qua. E io cerco di rimandare una venuta se sei via, oramai s'è capito. Sei più importante del sale sulla fiorentina, E della mia meravigliosa 126 black! Quella sì che era carina!
Mi hai visto ridere, piangere, giocare, zoppicare e ansimare di fronte alla vita che correva troppo e chiedeva ancora di più. A volte hai fatto il bastone a cui mi sono appoggiato. Mi piacerebbe sapere che almeno una volta l'ho fatto anche io.
Per non lasciar dubbi: ci siamo conosciuti che avevo vent'anni, viviamo in due città diverse e la nostra amicizia invecchia piano piano come il vino buono, come il lambrusco in uno stand della Fiera di Milano. Da bere assieme a un po' di salame piccante in Candalla. Invidiosi...Tie'!


VITTORIO
Bambino col costume verde dove vai? Esci dalle cabine del bagno al Marco Polo, saluti la bagnina Fedora e la Maria. Ci presentano. Vittorio. Alessandro. Quanti anni hai? 7. Io due di piu'. I flipper, le olive rubate a Renzino, i Cinzanini, Martino Carboncini, i missili Thor che bucavano gli ombrelloni, il Ciofi e le macchine a motore, le bombe in piscina, le Cacce al Tesoro, Radio Babilonia, le cene al Purgatorio. Non sei mancato una volta. Poi hai spiegato chiaramente a tutti come era il grafico della tua vita dopo aver incontrato Laura. Non si muoveva di pezza! Piatto come un lago. Costante, prima e dopo il matrimonio. E invece sotto i baffi (che non avevi) ridevi. E rideva lei, tua moglie che ti aveva conquistato con il suo bel personaggio. E ora cosa ci unisce? Tanto affetto, stima, la nostra semplicità, il fatto che basta  guardarsi in faccia per sorridere di noi, la serietà nel lavoro e tante segate che fra una pellicola e un bar ancora riesci a far entrare nei tuoi giorni pieni di impegni. Quando ti arrampichi con la bici sui monti chissà se pensi anche tu a quelle giornate piene di caldo e sole al mare, alla mia scatola di modellini di macchine, alla jeep coi caschi neri, ai telefoni pubblici, al nostro passato? Devo dire che mi piace il rispetto che hai per le persone. Alle quali sai far capire molto bene se sono importanti per te. E il tempo che mi dedichi quando ti vengo a trovare dalle parti del molo in mezzo alle pizze e agli spettacoli mi fa pensare che sei uno di quegli amici che il tempo non ha allontanato. Meno male.


MAX
Ci siamo conosciuti a calcetto. A causa di una tua battutaccia nello spogliatoio. Galeotta fu la battuta. Appena sentita, ti "dovevo" conoscere, perchè la parola "cavallo" o "scuderia" a me dice molto......e dovevo capire perché l'avevi pronunciata.
Non mi sbagliavo e oggi dopo vent'anni sei ancora qua. Protagonista indiscusso, re delle grigliate, con o senza sale, amico di tante zingarate, di motori fusi, di quote rubate, di avventure, di scaldabagni, di attese alla stazione per il giornale....
Lo sapevo che finiva così, e lo sapevi anche tu, amico mio; ora che ti zompettano attorno i figli e ora che hai fatto quello che volevi da sempre. Lo sapevi che ci saremmo incontrati, vero? Beh, in tanti anni ho imparato a conoscerti bene, sei impulsivo, generoso e non scendi a compromessi, anche se non so, ti giuro, cosa pensi di me. Se su un tavolo compare una fiorentina, chi ci sta accanto sei tu. Solo la distanza e i tuoi orari ingrati impediscono che diventiamo due lazzaroni, vero? C'è una domanda per te: cosa ha unito un romano e un triestino a Viareggio? Io la risposta ce l'ho ed è facile.....che poi si sia tramutata in qualcosa di profondo è un dettaglio, vero vecchia sòla? La battuta pungente ce l'hai per tutti e per me ne conservi un rosario, ti piace vedere che me la prendo, vecchio marpione......ma quest'estate alla partita del cuore vi massacriamo! Parola d'onore. Fin dai primi pomeriggi assolati di un anno irripetibile ti ho conosciuto cosi': sei sempre lo stesso zingaraccio di quando bastava un colpo di clacson sotto una mansarda a Torre del Lago per farti precipitare in strada, sei sempre lo stesso di quando si andava in cerca di scaldabagni, sei sempre lo stesso di quando si andava a castagne: sei sempre tu, solitario vincitore a cento metri dal palo.


2 Agosto 2003.    Ci scrive un Amico
Allora, eccomi ad inaugurare anche questa rubrica e a far diminuire il quantitativo di "lavori in corso" da effettuare per permettere a questo sito di essere completamente operativo! Chi sono gli amici lo scoprirete volta per volta.
Invece, altri siti che possono completare, arricchire e supportare quanto scritto, saranno "linkati" nella seconda sezione di questa branca. Quella dei "siti amici".
Dicevamo, gli amici. Oggi ha scritto un amico che ha visto il sito. Un vero amico, di vecchia data.
E io riporto fedelmente la sua lettera. Come la prefazione di un libro scritta da un personaggio illustre, rappresentativo, di peso. Lui è sicuramente "di peso" cosi' come lo sono io! Ma il fatto che io l'abbia scelta dimostra quanto gli sia vicino. Insomma credo proprio che meriti la prima pagina con quel suo "sgup" alla Biscardi. Eccola:

1 Agosto
Bongiorno signore della Truppa!!
Complimenti per l'esordio del Sito, laddove credo di essere uno dei primi
a navigarci dentro...o, almeno, ad inviare una mail.
Ma, oltre al virtuale, anch'io ho condiviso gli ultimi 29 anni di storia
di Villa Romana, con le truppe dell'epoca fino a quelle attuali, i momenti
più intensi e divertenti (giochi, feste, balli, cene, triviii), quelli più
tristi (pensando a chi non c'è più) e quelli più
assurdi (ma chi ca...o si è preso la mia moto!!!).
Ma, soprattutto, momenti condivisi con gli amici, oggi come allora, momenti
di vita vissuta e che spero di vivere ancora a lungo.
In attesa dello sviluppo del sito ed ai prossimi commenti.

Ciao, Ale.

 
Due parola di commento a quanto Alessandro P. cita nella sua lettera: I momenti assurdi: il suo motorino. Festicciola tra ragazzi nel '74. C'era anche lui. Ovviamente. Balli, canti e la giovane eta'. Tutti coi motorini. Tutti dentro casa. Casa con cancello chiuso. Finisce la festa. Tutti a casa. Tutti col sorriso. Uno un po' meno. Anzi due un po' meno. Io e lui. Lui perchè gli avevano rubato il motorino e io perchè lo avevano fatto DENTRO casa mia. Sgomento. A quella età un motorino era tutto. Significava andare a piedi per il resto dell'estate e non divertirsi più. Inutile dire che nonostante le denunce il motorino non si trovò più. E ancora oggi ci domandiamo dove finì il "motorino del Pretone"!